LE TEMERARIE USCITE DI LAURA CASTELLI, SOTTOSEGRETARIA ALLE GAFFE IN UN GOVERNO DI IRRESISTIBILI GAFFEURS- A DISAGIO NEL PALAZZO E COI RAGIONAMENTI IN GENERE, HA SICURI TALENTI PER LA SCENEGGIATA NAPOLETANA.
Un giorno gli storici ci spiegheranno perché gli italiani, esasperati dall’ antipatia dei competenti, in una domenica di malumore decisero di affidare l’aereo Italia all’equipaggio più pazzo del mondo. Il comandante Di Maio, il pilota automatico Conte e i responsabili dei disservizi di bordo, lo steward Toninelli e Laura Castelli, viceministra dell’ Economia per mancanza di prove.
L’altra sera in tv la professoressa Gruber le ha fatto una domanda difficile, difficilissima: «State stampando le tessere elettroniche del reddito di cittadinanza?». Per superare l’ interrogazione, Castelli aveva studiato giorno e notte «L’ economia di zio Paperone», ma questa non la sapeva. Avrebbe potuto rifiutarsi di rispondere, invece ci ha provato lo stesso. Che momenti.
Sembrava Sordi quando all’ esame di francese gli chiedono di tradurre «Il giardino di mia zia», e lui, con lo sguardo terrorizzato e la voce a simulare una naturalezza inesistente, biascica: «Le jardin de ma sziii». La Gruber incalzava: «Quante sono le schede, cinque o sei milioni?» E Castelli: «Cinque milioni e mezzo circa». «Chi le sta stampando, il Poligrafico?» insisteva la commissione d’ esame. «Forse ve lo diremo presto». Appena qualcuno lo avrà detto a lei, avvertendola che non si può stampare qualcosa che il Parlamento non ha ancora deliberato. Era questa la risposta giusta, accidenti. Perché Toninelli dal primo banco non gliel’ha suggerita?
Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”