BOLLICINE IN FONDO AL MARE

30 Lug 2017 | 0 commenti

DOPO IL MIRACOLOSO RITROVAMENTO NEL FONDO DEL MARE BALTICO VEUVE CLICQUOT SPERIMENTA L’INVECCHIAMENTO DELLO CHAMPAGNE NELLA CANTINA NEL MARE

 

Cronaca di una notizia.

Nel luglio del 2010 è apparsa la notizia di un ritrovamento in fondo al mare Baltico di un carico di bottiglie di champagne di marca Veuve Clicquot. Insolito carico, ma non sensazionale, che doveva risalire agli anni compresi fa il 1772 (anno in cui la casà iniziò a produrre lo champagne) al 1789 (con la Rivoluzione il commercio si bloccò per parecchio tempo). Secondo i registri dei produttori di Reims era il carico di un bastimento diretto probabilmente in Russia, e le 168 bottiglie superstiti erano un dono dei Borboni a Caterina II o al figlio zar Paolo I. Non tutti gli articoli concordavano su datazione (1833, 1841..) e destinatari, mentri tutti riportavano con stupore le dichiarazioni di una enologa del posto che prontamente ne aveva aperta una: ” colore oro scuro, ambrato, il bouquet sorprendentemente intenso, particolarmente dolce, pur mantenendo la sua acidità” e un retrogusto “di tabacco, grappa, frutti bianchi e quercia”. Giudizio finale: “assolutamente favoloso”. L’articolista de La Stampa azzardava anche il valore commerciale: mliioni di euro. 

 

Qualche anno dopo, era il 2015, lessi su La Repubblica e conservai questa notizia sullo champagne ritrovato: “Nonostante i 170 anni trascorsi a 50 metri di profondità, lo champagne ritrovato all’interno di un relitto del Mar Baltico nel 2010 sembra avere conservato tutte le qualità che un sommelier può apprezzare. E’ il giudizio degli studiosi che hanno potuto rendere pubblici solo ora i risultati della ”degustazione”, diffusi dagli Atti della National Academy of Sciences (PNAS), dopo avere analizzato lo spumante del XIX secolo. Le 168 bottiglie si sono ben conservate, sembra, proprio grazie al buio e alla temperatura costante dei fondali marini.”
La notizia aggiugeva queste considerazioni: ”Contrariamente a quanto ci aspettavamo, i profili chimici di questo vino non sono così diversi da quelli dello champagne di oggi”, hanno spiegato gli esperti enologi, mentre la gradazione scende dai 12,5° ai 9,5°. Un fatto dovuto, probabilmente, anche alle differenze climatiche, visto che all’epoca le temperature erano sicuramente più rigide. Lo champagne delle bottiglie risalenti alla metà dell’Ottocento è risultato anche molto più dolce, con i suoi 150 grammi di zucchero per litro, ovvero tre volte la quantità riscontrabile oggi in una bottiglia di Coca-cola. Ma gli archivi Veuve Cliquot confermano che ciò corrisponde ai gusti dell’epoca in Francia e in Germania. Ai giorni nostri, invece, lo champagne medio contiene circa 50 grammi di zucchero per litro, ma i più graditi risultano essere i ”bruts” e gli ”ultra secchi”, senza alcuna aggiunta di zucchero.”

Ho così conservato i ritagli dei giornali, saltati fuori ora durante lo sgombero periodico dei cassetti. Mi sono allora chiesto che cosa era avvenuto delle bottiglie, erano state poi vendute e a chi? Notizie in tal senso non ne ho trovate, in compenso ho trovato questo bell’articolo che pubblico. Buona lettura e…. prosit!

 

VEUVE CLICQUOT E L’ESPERIMENTO DELLA CANTINA NEL MARE

UNA SENSAZIONALE SCOPERTA

L’esperimento di Veuve Clicquot Champagne parte da una scoperta sensazionale. Nel 1840 una nave che trasportava 168 bottiglie di champagne è affondata a sud dell’Arcipelago delle Åland, tra la Svezia e la Finlandia. Tra queste, 47 erano di Veuve Clicquot. Il 16 luglio 2010, un gruppo di sommozzatori ha scoperto il relitto con il suo prezioso carico. Incuriositi, i sommozzatori hanno aperto le antiche bottiglie per assaggiarne il contenuto. Incredibilmente, il vino era dolce e quasi inalterato. Il sigillo infatti, oltre alle straordinarie capacità di invecchiamento del vino, l’hanno mantenuto intatto. Ma a fornire le condizioni di mantenimento ideali è stato in realtà il Mar Baltico. La sua salinità, di 20 volte inferiore a quella dell’oceano, oltre che la mancanza di luce e la temperatura costante a 4°, hanno garantito l’integrità dello champagne.

L’ESPERIMENTO DELLA CANTINA NEL MARE

Dopo la straordinaria scoperta, Veuve Clicquot, nota per il suo spirito pionieristico, ha intrapreso, nel 2014, l’esperimento di Cellar in the Sea, la Cantina nel Mare. Lo Chef de Caves Dominique Demarville ha selezionato tre tipologie di champagne della maison, in formato classico e magnum. Le bottiglie sono state immerse sott’acqua a 43 mt di profondità. Qui è stata realizzata una cantina subacquea che riproduce le stesse condizioni di invecchiamento delle bottiglie del naufragio. La Cantina nel Mare è naturalmente priva di alghe che potrebbero alterate la conservazione del vino. L’intento di Veuve Clicquot è quello di monitorare le bottiglie nel corso di 40 anni, per approfondire ulteriormente le sue conoscenze sul processo di invecchiamento dello champagne.

Lifestyle: Veuve Clicquot e l'esperimento della Cantina nel mare. Le bottiglie prima dell'immersione
LE BOTTIGLIE PRIMA DELL’IMMERSIONE

LA PRIMA DEGUSTAZIONE

Oggi, a distanza di tre anni ed in occasione del solstizio d’estate, sono state riportare alla luce alcune bottiglie per la prima degustazione. Le bottiglie della Cantina nel Mare sono state comparate con quelle delle storiche cantine in gesso a Reims. Le bottiglie di Yellow Label conservate nelle Åland presentano un bouquet meno sviluppato, una minore complessità al palato e fresche note agrumate. Condizione analoga per il Vintage Rosé 2004, con un gusto leggermente affumicato e tannini meno integrati. Anch’esso conserva una grande freschezza. Infine, il Demi-Sec è quello che presenta meno differenze in termini di colore e corposità, pur avendo una nota finale un po’ acerba.

Le conclusioni iniziali portano a ritenere che i due metodi di invecchiamento siano entrambi eccellenti. Il mare potrebbe però essere la scelta migliore in caso di tempi di invecchiamento prolungati. Verso la fine dell’anno queste conclusioni potranno essere corroborate da risultati scientifici. Infatti le Università Enologiche di Reims e Bordeaux, partner dell’esperimento, stanno esaminando i campioni delle bottiglie della Cantina nel Mare. Il percorso esplorativo è appena iniziato, e al suo termine ne sapremo molto di più riguardo i segreti dell’invecchiamento dello champagne. Non ci resta che aspettare altri 37 anni!

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