Primo movimento Remoto tempo di memorie pare te scovare nella solitudine che giorno seppellisce a giorno come grano di sabbia, o rintocco, o stillicidio in fondo là, segreto. Il grido o il singhiozzo forse o l’atono stupore che l’anima attraversa, come passo le...
LA PIAZZA
Avevo postato tempo addietro questa poesia, quasi quattro anni sono passati. Oggi la rileggo per caso, trovandola segnalata fra i pezzi più letti del blog. Uso il termine “pezzi” con timore, quasi per evitare un (involontario) impoverimento. Non la ricordavo così...
VILYA E IL SUO ANELLO D’ARIA E DI VERSI
IL SAPORE DI UN RIFIUTO, LA TENEREZZA SENZA NOME, LA PAURA DELL'ABBANDONO, IN CUI CI SCOPRIAMO DEBOLI E INDIFESI- L'ALTALENA DELLA VITA NELLE POESIE DI VILYA stracci, ancora stracci dolore, paura guerra, ancora guerra ma fra i riccioli mori di un bimbo abbandonato, in...
VIENE DA ME, COME BUON PASTORE
O Cristo, amato figlio di Dio. Tu salpasti per il mare tempestoso delle menti piene di preconcetti. I loro pensieri crudeli come onde frustarono il tuo tenero cuore. Il tuo Giudizio sulla Croce fu una vittoria immortale dell’umiltà sulla forza, dell’anima sulla carne....
GIORNO
Il leggendario poeta statunitense John Giorno, figlio di emigrati italiani della provincia di Matera, è morto a New York, all'età di 82 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore. Figlio della Beat Generation, era considerato il mostro sacro della Performance...
INCANTO E DISPERAZIONE
Si dice che è l’astrattezza a rendere generalizzabile la poesia, poi però, in ogni verso, si ricerca il respiro della biografia più che della vita. Nel caso di Wislawa Szymborska, fare grandi i suoi versi quasi fossero lo specchio di una vita sensazionale, è impresa...
POESIE DAL KURDISTAN
Quando si attraversano i villaggi, le valli e le montagne del Vicino Oriente una invincibile malinconia sembra coglierci di sorpresa: conquista ogni angolo di questo meraviglioso spazio fatto di luci che si diramano dal prisma di un tramonto senza pari. Le voci si...
BETTY
A Elisabetta melodiosamente inferma Non credevo che dal battito nervoso delle ciglia dolcemente potesse lo sguardo scivolare su un alluce dolente, in una sola grazia di eburneo benvenuto. Poi, in quella che una volta si sarebbe detta una taverna...