DIVULGARE, CONDIVIDERE CON ENTUSIASMO, SENZA CONFINI- LA SCIENZA DI GIOVANNI BIGNAMI, UNO CON LO SGUARDO SEMPRE LASSU’, CHE TUTTI CAPIVANO.
Non ha fatto in tempo a vedere uscire il suo ultimo libro, è morto prima, nel maggio scorso. Parlo di Giovanni Bignami, astrofisico e grande divulgatore, aveva 73 anni e Le rivoluzioni dell’Universo, come scrive Vincenzo Barone in un articolo sul Sole 24 Ore, è il suo libro più coinvolgente e personale.
Proprio in questi giorni Guido Tonelli sul Messaggero così commenta la scoperta di uno scontro di due buchi neri: “Immaginate un’enorme nuvola d’oro e platino, con una massa centinaia di volte superiore a quella della Terra. È lo spettacolo veramente superiore a qualsiasi immaginazione che è stato osservato da astronomi e fisici che hanno puntato assieme i loro strumenti in un punto del cielo lontano 130 milioni di anni luce da noi, vicino alla costellazione che (guarda caso) porta il nome di Lira. Una vera e propria fabbrica di metalli pesanti dovuta a un evento catastrofico: la collisione tra due stelle di neutroni. Una scoperta eccezionale dopo quella – epocale – delle onde gravitazionali…. Ora sappiamo che quando due stelle di neutroni si fondono, producono onde gravitazionali; e abbiamo capito da dove vengono i lampi di raggi gamma la cui origine, fino ad oggi, era ancora misteriosa. Abbiamo anche la conferma sperimentale che le onde gravitazionali si muovono alla velocità della luce, anche se questo di certo non costituisce una sorpresa…. La sorpresa semmai è venuta nelle settimane successive, quando le osservazioni degli astronomi hanno identificato, fra i residui della fusione, una piccola nebulosa di materiali pesanti. Una enorme quantità di polvere di metalli preziosi, masse gigantesche di oro e di platino che sono state prodotte dalla collisione ed espulse a velocità mostruose nello spazio circostante.”
E’ stato possibile osservare il fenomeno grazie a due interferometri americani di Ligo e quello italo-francese di Virgo (a Cascina, vicino a Pisa) in cui ha lavorato lo stesso Bignami. Lo studio delle onde ha assorbito la ricerca di Bignami fin dagli anni ’70 quando trovò la fonte di una misteriosa sorgente gamma nella costellazione dei Gemelli, una stella, che a differenza delle altre, non emetteva onde radio e che Bignami ironicamente battezzo Geminga (si legge gheminga, che in dialetto lombardo significa “non c’è”).
Le rivoluzioni cui il titolo del libro allude, sono quattro, e così schematizzate da Bignami:
La prima nasce con lo studio della radiazione cosmica di fondo (cioè dei fotoni rilasciati “appena” 380.000 anni luce dopo il Big Bang. Tali ricerche hanno portato a risultati sorprendenti circa la composizione dell’universo. Per circa due terzi esso è composto da una sconosciuta energia (energia oscura), alla base dell’espansione dell’universo; da un quarto di materia altrettanto sconosciuta (materia oscura) che non emette luce, e solo dal 5% di materia ordinaria, la sostanza di cui siamo fatti, una vera e propria briciola nella vastità del cosmo.
La seconda è legata alla esplorazioni dirette del sistema solare, avviate nel 1959 con le missioni su Luna, Marte, Sole, ecc. e che ci hanno dato tantissimi informazioni.
La terza ci ha portati oltre il sistema solare, fino a individuare ben 3671 esopianeti ( www.exoplanet.eu).
La quarta sarà il prossimo passo, cioè la esplorazione per la ricerca della vita extraterrestre sui corpi celesti osservati. In particolare su Europa, satellite di Giove e Endelaco, satellite di Saturno. Entrambi sono coperti da oceani di ghiaccio, dalla cui superficie le sonde hanno visto innalzarsi getti di vapore, simili a quelli che abbiamo sulla terra.
Il futuro ancora più lontano? Bignami tranquillizza da quelle che chiama “angosce cosmiche”. Preconizza che fra due miliardi di anni la temperatura sulla terra, a causa dell’aumento del calore solare, ridurrà il nostro pianeta ad un sasso morto, che fra circa 5 miliardi di anni o sarà divorato dallo stesso sole o si volatizzerà nello spazio. Se l’uomo nel frattempo non si autodistruggerà, avrà i mezzi per volare altrove. La consolazione è che noi non ci saremo.