E’ una raccolta di cinque poesie pensate in terra toscana durante una vacanza. Colline e spiagge prendono fattezze umane; su tutte ricorrente la figura di una donna, a volte sconosciuta e inafferrabile, altre volte immersa nel paesaggio notturno in cui il tempo pare sospeso.
Sheherazade d’agosto
Grandi cieli assolati
nubi rarefatte
frappè ghiacciati
e insonnia d’olio abbronzante
e di meloni.
Ti libero l’estate fra le labbra.
Baratti
Sui bagni etruschi gabbiani
ricamano la sera.
Due bambini inseguono vocianti
fra ligustri rinsecchiti
sottili mulinelli di foglie.
Ti ripari il viso bella
sconosciuta scuotendo
nella penombra il corpo
che dalla sabbia affiora.
Dolce esitante mi sfiori
passando inattesa la nuca
poi da lontano saluti
quasi fossi un’amante.
Idillio volterrano
Non so di quanto vento
sia fatta la tua storia.
Nel perimetro del ricordo
qua e là affiori
come mura oramai sepolte.
Nel mio cuore sei come cenere
In un’urna d’alabastro.
Allegoria della vita
Illumini i passi
di un cammino che non esiste.
Estiva
Poche parole sul far della sera
nell’aria immobile
fra bianchi uccelli
che volteggiano sul fiume.
L’Apollo bambino oramai stanco
riposa sull’erba e protende assorto
le sue braccia al cielo.
Giornata come tante
senza nome né memoria
girandola senza vento.
Eppure com’è tenero
il tuo sguardo che annotta.
Le tue ascelle fragrante nido di primavera.
Nudo
Scruto il tuo corpo nel chiaroscuro
estivo profumato d’origano e di fico
cullato dal brusio che fanno giù nell’orto le coppiette in cerca di conforto.
Battono le nove e pare un secolo
da quando le rondini stridendo
a larghe ruote sotto il pergolato
le tue ascelle presero per nido.
La gola bianca palpita e ricade
nel fumo che nell’aria si scompiglia
un sussulto lungo ti pervade
quando l’omero nudo infastidita
sottrai alla cenere che cade.
Batte l’ora ma chi può dire quale?
veglio il tuo sonno malizioso
e sento il groppo doloroso
del ricordo bello che oggi mi fa male.