LA LUNA DI ORIANA, DALLA NASA PARTE LA MISSIONE APOLLO 12, SOTTO LA TUTA DI UN ASTRONAUTA, SUL CUORE, UN CIONDOLO DI ORIANA E TANTI PORTAFORTUNA
“Ho detto al dottore che non posso permettermi il lusso di stare a casa, a riposo, né quello di rivelare che sono incinta”. E non può permetterselo perché è una donna orgogliosa, che lavora duro, fa l’inviata, e si chiama Oriana Fallaci. Il padre del suo bambino non c’è perché Oriana non glielo dice che è incinta, vuole crescere quel figlio da sola, e poi con quest’uomo non ha una storia, non ce l’ha mai avuta, ma non è tutto, la verità è che lui è sposato, e per il suo lavoro è famoso in tutto il mondo. Perché questo ‘lui’… mi sa che ha camminato sulla Luna.
È stato un colpo di testa, la passione di una notte, forse qualcuna in più, e la Fallaci ci ha fatto l’amore senza precauzioni perché convinta di non poter avere bambini. Ne è convinta da quando ha perso quel primo figlio il cui padre non voleva né lui, né la madre. Il figlio mai nato di Alfredo Pieroni, nome che oggi non vi dice niente, ma è stato un giornalista del Corriere della Sera, e autore di libri. Alfredo era figo e dongiovanni, non voleva Oriana né altri legami, e quando lei rimane incinta, lui le dà i soldi per abortire.
Sono soldi mai spesi, Oriana perde il bambino per un aborto spontaneo, si sente male per strada, a Parigi, ed è sola. Superata una lunga depressione, dimenticato Pieroni, Oriana mette su i mattoni per diventare la Fallaci, ed è una donna che vive da sola per scelta, ama gli uomini che vuole, senza dare né aspettarsi impegni.
Negli anni ’60 Oriana è spesso in Texas, alla NASA, con gli astronauti che si stanno preparando a conquistare la Luna, e che fuori e dentro l’America sono i nuovi eroi, le star che rubano attenzione ai divi del cinema e dello sport. Sono i protagonisti de Il sole muore, e di Quel giorno sulla Luna, i due libri che Oriana Fallaci dedica al viaggio lunare, ma pure del postumo La Luna di Oriana, uscito da poco, che raccoglie suoi inediti scritti per L’Europeo: articoli che si avvicinano, vivono quegli allunaggi, per poi allontanarsene maledicendoli.
Il richiamo di quella notte, 20 luglio 1969: chi c’era stava con gli occhi fissi alla tv, ma a Houston c’era anche lei, la Fallaci. Neil Armstrong, Buzz Aldrin, Mike Collins, i primi ad aprire le porte del cielo, Oriana li ha conosciuti, ma questi dell’Apollo 11 sono i tre astronauti a lei più antipatici, Armstrong soprattutto, un robot freddo, incapace di emozioni, e forse proprio per questo scelto dalla NASA come comandante di un viaggio in rotta verso l’ignoto. Ma a Oriana sta antipatico per un motivo personale, Armstrong ha rubato il posto e la gloria a chi le sta a cuore, quel Pete Conrad che sulla Luna ci va nella missione successiva, l’Apollo 12, e sotto la tuta ha una foto e un ciondolo di Oriana.
È Conrad il padre del bambino? L’ho creduto a lungo, dopo aver letto La Luna di Oriana non so più, vi è una Oriana così amica della moglie di lui, sembra impossibile che le abbia fatto un torto simile. Eppure…l’intesa con Pete è massima, palpita tra le righe, nelle parole della Fallaci si sente che Conrad non è come gli altri: la loro è un’amicizia che supera l’affetto, va oltre la stima, è forte come è forte la loro rottura: litigano per la politica, Conrad è un repubblicano, Oriana un’apolitica innamorata della politica, e lui si arrabbia così tanto da cacciarla di casa, e quando Oriana gli telefona e gli chiede se davvero pensava quanto urlatole la sera prima, litigano ancora, e lei gli scrive una lettera che lui fa a pezzi. Non si vedranno mai più. Nel 1999 Conrad muore in un incidente stradale: Oriana non va al suo funerale, né scrive, parla alla vedova.
Forse il padre del bambino di Oriana non è Conrad, la verità non lo sa nessuno, si procede per ipotesi come fa Cristina De Stefano, bravissima nel suo Oriana. Una donna, la biografia della Fallaci più completa, e va detto che De Stefano ha avuto libero e ghiotto accesso ai diari, le lettere, le foto più intime della Fallaci. E tra queste foto ce n’è una che a Oriana fa male al cuore, è nel libro postumo, è quella di Jim Lovell con lei, in Toscana, a Greve in Chianti. Non mi dite che non sapete chi è Jim Lovell, non avete mai visto il film Apollo 13? È lui, cioè Tom Hanks, quello di “Houston, abbiamo un problema”, l’astronauta che è riuscito a rientrare sulla Terra dopo che i comandi della sua astronave erano andati a farsi benedire.
Anche quello tra Lovell e Oriana è un rapporto speciale, lui porta nello Spazio, sotto la tuta, 13 amuleti comprati in Italia, in vacanza con lei, 13 talismani contro la malasorte, contro quel 13 della sua missione che teme infausta. Anche Lovell è sposato e padre, tutte le mogli degli astronauti sono gelose di Oriana, e temono la sua vicinanza ai mariti: il suo fascino, la sua esoticità non sta nel fatto che sia una straniera, ma che sia una donna non sposata che vive a New York, vista dal Sud degli Stati Uniti come la città del vizio e della perdizione. Oriana parla agli astronauti di argomenti che quelle mogli – quasi tutte casalinghe – non sanno capire, né discutere. Quegli uomini che dalla personalità di Oriana sono attratti e intimoriti.
Il secondo bambino di Oriana vive nel suo grembo cinque mesi: lo perde la sera di Natale 1965. Questo bambino mai nato sarà il protagonista della Lettera, scritta in prima versione, di getto, nel gennaio 1966, e rimasta chiusa a chiave in un cassetto fino al 1974. L’amicizia tra Oriana e gli astronauti finisce molto male. Ottenuta la Luna, essi tornano sulla Terra insuperbiti, ubriachi di gloria. Oriana non li riconosce più, e per la delusione guarderà alla Luna con rabbia, e rimpianto. La sua passione per lo Spazio rimarrà in sonno per quasi 15 anni, fino a che arriverà un altro astronauta a tentarla, a farla innamorare. Ma questa è tutt’altra storia, di un’altra Oriana, racchiusa in altri libri.
Articolo di Barbara Costa per www.pangea.news
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