L’enigma di rue Pestalozzi

20 Apr 2015 | 0 commenti

rue Pestalozzi Parigi

Curiosa notizia di cronaca nera da Parigi. In un appartamento di rue Pestalozzi, a due passi dal bv. Saint-Michel è stato scoperto un cadavere oramai mummificato, vestito di abiti femminili. In attesa di conoscere le cause della morte gli inquirenti hanno così ricostruito i fatti.

Alcuni mesi fa muore l’anziana signora, proprietaria dell’appartamento, in cui viveva con un figlio, meno che cinquantino, quest’ultimo pare non del tutto a posto con la testa. Il cadavere però non è il suo: i vicini testimoniano che è stata sepolta, così come certifica un documento trovato proprio vicino alla mummia. Esaminato meglio il corpo, se ne individua il sesso in quello maschile. Il figlio è scomparso dopo la morte della madre, nessuno l’ha più visto nel palazzo e nell’elegante  V° arrondissement. Neppure sulla strada per andare al vicino Giardino Botanico, come succedeva raramente di vederlo, nella bella stagione.

Allo stato, non resta che dedurre che il cadavere appartenga in realtà proprio al figlio introvabile, che ha raggiunto la madre. Infarto, suicidio per avvelenamento, overdose, volontà di morire di denutrizione? Gli interrogativi appaiono tutti leciti, anche per le poche notizie che gli inquirenti riescono a mettere insieme sulla coppia, estremamente riservata.

Un particolare spicca fra tutti: quel macabro rituale della vestizione con abiti femminili, probabilmente quelli della madre.

Nel mentre si attende il responso della morgue, il quadro più plausibile che si delinea è quello di due vite singolarmente incomplete, due metà di una sola, irrisolta realtà, fatta di nascondimenti, ritrosie, paure fobiche, balbettanti tentativi verso una anelata normalità che rimaneva lontana, sconosciuta, sentita come ostile, forse rifiutata nel mutismo dei giorni, nel rifugio che insieme è seppellimento dei ricordi e prigione che solo la vicinanza dell’altro rendeva sopportabile.

Non è la prima volta che due vite sono così avvinte, morte una, l’altra la segue. Succede per i vecchi coniugi, infragiliti dalle abitudini e resi così diafani nei confronti della vita che un soffio basta a dissolverli.  Succede per  gli inconsolabili amori, per pagare l’estremo tributo che la visione romantica della vita pretende. Succede a quelle coppie formatesi per un solo, radicale rifiuto del mondo, impossibile da affrontare da soli. Può succedere fra una madre e un figlio, uniti da un cordone ombelicale mai reciso, forse stroncati, più che dalla paura della vita, dalla fatica che per alcune creature costa vivere.

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