Liu Bolin è un artista cinese noto per gli autoritratti fotografici in cui si fatica a distinguerlo dallo sfondo, perché si fa truccare in modo da mimetizzarsi perfettamente con l’ambiente circostante. Le sue foto sono ora esposte in una retrospettiva al Vittoriano di Roma, fino all’1 luglio 2018.
La mostra, intitolata Liu Bolin. The invisible man, raccoglie più di 70 immagini e racconta la sua carriera, dalla prima perfomance a Pechino fino agli scatti del 2017 alla Reggia di Caserta e al Colosseo, creati apposta per la retrospettiva.
Liu iniziò a lavorare sul concetto di mimetismo e trasparenza nel 2005 a Pechino, dopo la demolizione, per decisione del governo cinese, del quartiere Suo Jia Cun, una zona che ospitava una grande comunità di artisti e anche il suo studio. Per protestare contro la scarsa considerazione nei confronti degli artisti si era fatto fotografare in diverse zone della città dopo essersi fatto truccare in modo da essere praticamente invisibile.
Negli anni seguenti si è fatto fotografare davanti a importanti monumenti e in città di tutto il mondo, ma anche di fronte a scaffali, librerie, in ristoranti, tra i rifiuti e tra gli immigrati.
La retrospettiva romana è divisa in sette sezioni che raccontano il suo lavoro: “Hiding in the City”, sugli inizi a Pechino; “Hiding in Italy”, il primo progetto fuori dalla Cina con foto realizzate in vari luoghi d’Italia, come l’arena di Verona, la Scala di Milano e Piazza San Marco a Venezia; “Hiding in the rest of the world”, sulle altre città nel mondo; “Fade in Italy”, sempre sull’Italia ma dedicandosi ai suoi aspetti culturali, al cibo, al vino, al design, ma anche alla Ferrari; “Cooperations”, sulla collaborazione con il mondo della moda, quando ha ritratto stilisti come Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli da Valentino, Albert Elbaz da Lanvin, Jean Paul Gaultier e Angela Missoni, o ha realizzato una famosa campagna pubblicitaria di Moncler in cui si è fatto fotografare da Annie Leibovitz; “Shelves”, in cui si autoritrae davanti a scaffali di negozi e supermercati per parlare di consumismo; e infine “Migrants”, sui migranti.
Ponte Sant’Angelo, Roma Liu Bolin Courtesy Boxart, Verona Sezione “Hiding in Italy”
Articolo tratto dal www.ilpost.it