Non più “donna incinta”, ma “persona che partorisce”. Chi critica la post- realtà è cancellato
“Le persone che hanno le mestruazioni: sono sicura che c’è una parola per queste persone. Qualcuno mi aiuti per piacere. Wumben? Wimpund? Woomud?”. Firmato: J. K. Rowling. E’ il tweet che ha scaraventato la mamma di Harry Potter in una battaglia via social nella quale la scrittrice è stata definita “transfobica”. Le femministe ora hanno fatto causa contro una legge scozzese che ha ampliato il termine “donne” per includere i maschi transgender. Trina Budge, direttrice di For Women Scotland, ha dichiarato al Times: “In Scozia siamo alla fine del riconoscimento delle donne come classe sessuale”.
La legge è progettata per garantire che la metà di tutte le posizioni nei consigli pubblici sia ricoperta da donne, o meglio anche dagli uomini che si definiscono tali. Chi dissente è cancellato. Milli Hill, autrice di bestseller e fondatrice del Positive Birth Movement, rete di sostegno per le donne incinte, è stata cancellata dall’associazione per aver criticato l’espressione “persone che partoriscono”.
Birthrights ha scaricato Hill, con cui ha lavorato per anni. Si deve dire “allattamento al torace” anziché “allattamento al seno” e sostituire “madre” con “genitore che partorisce”. E’ la politica trans- amichevole del Brighton and Sussex University Hospitals Nhs Trust. Lynsey Mccarthy- Calvert è stata costretta a dimettersi da portavoce di Doula, l’associazione inglese delle levatrici, dopo avere affermato che solo le donne possono avere bambini. “Non sono una persona che ‘ possiede una cervice uterina’. Non sono un ‘ menstruator’. Non sono un ‘ feeling’. Non sono definita da un vestito e un rossetto. Sono una donna”.
Nell’abusatissimo romanzo di George Orwell “1984”, il “buco della memoria” è un meccanismo ideato per alterare o fare sparire parole con l’intento di fare sì che non siano mai esistite. Ora scopriamo che esiste davvero.
Articolo di Giulio Meotti per Il Foglio Quotidiano