Mi ha colpito molto la storia della relazione fra Oriana Fallaci e il giornalista Alfredo Pieroni. Siamo negli anni 50 del secolo scorso. Vedendo le foto di Pieroni non sembra l’irresistibile donnaiolo che emergerebbe dalle cronache e testimonianze di quegli anni. In quanto alla Fallaci, molto più famosa di lui, col suo visino di porcellana, esotico, narici piccole e nervose, le labbra strette per trattenere gli scatti di un carattere passionale e imprevedibile, il quadro che emerge è molto distante dal ruolo di donna coraggiosa e volitiva, controversa e sfacciata che siamo abituati a conoscere, attivista radicale, corrispondente di guerra e scrittrice di fama mondiale, famosa per avere intervistato i grandi della terra nel corso degli anni 60 e 70.
Dalle lettere scritte da Oriana ad Alfredo, spuntate da un faldone disordinato custodito da una nipote di Pieroni, emerge una donna innamorata, che mollerebbe tutto per avere “una casa e dei figli”; pronta a mandare tutto al diavolo pur di essere con lui a “pulirgli le scarpe”; disposta a subire passiva ogni ingiustizia e le sue scappatelle con “ragazzuole” per quante lui se ne possa “portare a cena o in campagna o a casa tua”. Oriana sa che lui non le vuole bene, almeno non quanto gliene vuole lei, ma se riuscirà a resistere si illude che lui finirà per volergliene un “pochino”: “allora sarà il giorno del miracolo e potrò permettermi di finire sotto un tram…”
Parole di donna innamorata, sconvolta, come lei stessa scrive, dalla sola idea di perderlo, ma di un amore disperato, guasto, tanto fragile da essere senza alcuna speranza, nato morto. Anni dopo Oriana scriverà “Lettera a un bambino mai nato” , frutto del suo secondo grande amore con Panagulis, un greco romantico baffuto e rivoluzionario. Una perdita terribile che segna profondamente la vita di Oriana nella sua fase calante. Anche con Pieroni rimane incinta, ma allora non esita ad abortire, si fa parte attiva, suggerisce ad Alfredo dove e come abortire, perché non vuole “turbare” la vita di Alfredo, si sacrifica perché sa che, se facesse diversamente, lo perderebbe.
Contraddizioni sorprendenti, due personalità inconciliabili, una donna pubblica e una privata così diverse da far pensare ad una dissociazione psicologica dolorosa e irrisolvibile?
Non lo so, e per quanto mi sforzi di contestualizzare, di ridurre il peso e il valore di parole intercorse in una corrispondenza privata, frutto di un atteggiamento intimo dove parla il cuore e non la mente raziocinante, non riesco a far combaciare nel ricordo la Fallaci che conoscevo da quella che emerge da queste lettere.
Il lato oscuro è in ognuno di noi? L’eroina con il microfono in mano è molto più attraente che non la donnina implorante amore. Io continuerò ad avere negli occhi la prima e cercherò di dimenticare la seconda.