Cent’anni a settembre quando ricevette le stigmate. Cinquanta dalla sua morte, nel settembre del 1968. Gli studenti scendevano in piazza e lui saliva al cielo.
Ne conservo l’immagine, piccola, stampata a colori su carta e ritagliata alla meglio. Il santo cappuccino ha il solito sguardo accigliato, severo, la mano destra inguantata si intravvede appena da sotto la tonaca. E’ Padre Pio da Pietrelcina. Quest’anno se ne parlerà molto, ora che è anche santo.
Giusto 20 ani fa la sua immagine me la regalò mio padre, la teneva appesa dietro il banco da lavoro. Come molti altri, era assai devoto di Padre Pio. Su Famiglia cristiana, quando scrivevano di lui, era la sua lettura preferita. Insieme alle previsioni di frate Indovino.
Sul retro leggo la dedica, “A Piero che quest’uomo dedica qualcosa di buono. Ricordati papà 1998” Quattro “puntine” (chiodi sottili, dalla testa minuta adatti per quadri) ai lati, un po’ di stucco per chiudere gli angoli della modesta cornice, frutto di un riuso. L’indomani si partiva, l’immagine votiva era un regalo di impulso, si indovina dai caratteri incerti e dalla larga scrittura, che ho riletto spesso, perplesso.
Dedicare ad un santo qualcosa di buono…. una esortazione, un richiamo, un ultimo ammonimento. Mah..
O forse, voleva dire, che questo santo dedichi a te un po’ di attenzione, ti aiuti. Chissà.
In ogni caso, quel “ricordati” è più di un ammonimento, è un programma di vita da ripassare ogni giorno.
Troppo modesto per considerarsi un esempio, mi affidava fiducioso al Santo, ricordando le parole popolari: “aiutati che Dio ti aiuta”, ma più ancora, credo, le parole del Vangelo, nella parabola dei talenti (MA, c. 25 v. da 14 a 30). Poiché Dio ti dà dei doni mettili in opera per farli fruttare. Chissà se ci sono riuscito.
In copertina: Sergio Michilini, trittico Che Fare, 2012 olio su tela