
Rodin, il pensatore
Ricordare e pensare sono la stessa cosa?
Memento mori lo traduciamo in pensa che devi morire, oppure in sei perché hai il pensiero della morte?
Pensare è atto che contiene in sé il ricordo, ma lo supera. E’ qualcosa di più profondo in quanto non è una semplice cronologia di ciò che è stato, com’è l’atto del ricordare, magari condito dalle menzogne del tempo, o dall’aspro rancore del rimorso, o alleggerito dal passo lieve del rimpianto.
Pensare è soprattutto consapevolezza è quindi hic et nunc , anche se proiettata in una parabola esistenziale che ha un inizio e una fine e, quindi, contiene in sé la nozione del tempo, del prima e del dopo e, soprattutto, della finitezza.
Il pensare dei filosofi è soprattutto una eterna ricapitolazione attorno alla finitezza umana; il pensiero religioso è una sua variante, rimedio illusorio alla paura della morte.
Il ricordare degli storici è un ricostruire a ritroso i passi di un cammino che ha significato solo in quanto fine, quindi è essenzialmente un pensare attorno all’uomo e alla sua finitezza attraverso la sua evoluzione.
Lo storico e il filosofo sono cugini, a volte è difficile distinguerli, ma forse è il poeta sognatore la loro sintesi ultima e perfetta: costruiscono sistemi che in realtà sono bolle di sapone colorate, perché tale è in fondo la vita dell’uomo.