ALT! NUNSEPOFA! NESSUN EDONISTA UN POCO EGOISTA E APRIPISTA, MA SOLO PERSONE AFFETTE DA MOMENTANEA INCOSCIENZA – D’ACCORDO, IN MARE IL VIRUS NON MUORE AFFOGATO, MA MAGARI SI’ SE SOMMERSO DALLE RISATE O DA UN CUMULO DI CAZZATE.
RICORDARSI DELLE PAROLE DI WINSTON CHURCHILL: MAI SPRECARE UNA BUONA CRISI. MA NE SAREMO CAPACI?
Dovete stare a casa. Quattro parole, sedici lettere e, si direbbe, un concetto chiaro. Ma non per molti connazionali. Una volta di più, è scattato il riflesso anarcoide degli italiani, la ribellione perenne a uno Stato sempre visto come nemico, l’ insofferenza per le norme, la solita combinazione di menefreghismo e furbizia. Il “New York Times” si chiede allibito se gli italiani sanno rispettare le regole. Stando alle cronache di questi giorni di eroismi e d’ incoscienza, la risposta è no.
Per cominciare, ci sono quelli che hanno preso l’ epidemia per una vacanza fuori programma. Come i due ragazzi di Parma, 20 e 25 anni, beccati dai carabinieri all’ uscita della zona arancione, mentre andavano all’ aeroporto di Bologna per un viaggio di piacere a Madrid: denunciati. Meglio ancora i due turisti bergamaschi sbarcati a Procida come se niente fosse e prontamente rispediti sulla terraferma. Altri hanno preferito la neve, almeno fino a ieri, quando il governo ha chiuso tutte le piste.
In precedenza, c’ erano situazioni paradossali come quella dell’ Abetone: dal lato della provincia dai Modena, arancione, poca gente; da quello della provincia di Pistoia, non arancione, lunghe file di sciatori con tanti saluti al metro di distanza. Fra gli allegri sportivi c’ era, riferisce “Il Tirreno” , anche lo showman televisivo Mauro Corona: «La verità è che la gente si vuole divertire», e che sarà mai?
“Mai sprecare una buona crisi!” diceva Winston Churchill e in questi mesi sarebbero molti a domandargli che vantaggi si potrebbero trarre dall’innegabile crisi che stiamo attraversando per merito di un minuscolo virus che ha trovato nei nostri corpi umani un valido aiuto per la sua sopravvivenza, mandando in panico intere nazioni. In momenti come questo studi come quello di Jared Diamond, Crisi, come rinascono le nazioni, uscito per Einaudi nell’ottobre 2019, potrebbero risultare di utile consultazione a chi ha la responsabilità di governare.
Dall’articolo di Maurizio Corrado per http://doppiozero.com
La terra dei cachi è anche quella dei cocktail. Tutti hanno visto i reportage dalle varie movide, almeno dove i bar non sono sottoposti al coprifuoco, i dehors stipati di gente al sole della domenica, le spiagge piene modello «fregarsene a Fregene». Segnalati nel week-end diversi rave party gremiti, uno a Firenze addirittura in piazza D’ Azeglio, in pieno centro. A Roma la chiusura delle discoteche è stata bypassata inventandosi le cene-spettacolo, tutti a fare il trenino passandosi il virus.
L’ assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’ Amato, ha postato una foto dei locali strapieni a Ponte Milvio con lo slogan: «Nunsepofa». Il sindaco di Milano, Beppe Sala, si è rivolto su Facebook ai suoi amministrati più giovani e festaioli: «Ai ragazzi e alle ragazze: state in casa, se è il caso annoiatevi anche un po’». Quello di Rimini, Andrea Gnassi, si è indignato per le foto dei bar pieni e minaccia di chiudere tout court quelli che non rispetteranno le regole.
Disposta a tutto pur di scappare da Milano. Anche a pagare 1.200 euro e a viaggiare di notte, in taxi, per 6 ore. Destinazione Roma, ovvero casa. Un bacio al fidanzato che resta lì e via, prima che quella città che ormai conosce come le sue tasche diventi una prigione. Michela ha 30 anni e sale a bordo di Como 47. È la macchina di Melchiorre, tassista da 20 anni. “La radio mi ha avvisato che la corsa era per Roma e mi ha chiesto se ci fossero problemi – racconta – Io l’ho accettata senza pensarci è il mio lavoro. Ovviamente, prima di partire, ho chiesto alla ragazza se sapeva a che spesa sarebbe andata incontro. Lei si era già informata e non si è scomposta”. Ore 22.30, Melchiorre ingrana la marcia e parte. In giro non c’è nessuno da giorni, il lavoro scarseggia pure per le auto bianche. Solo la stazione Centrale è affollata di persone che se ne vogliono andare dalla zona rossa. Ma Michela vuole stare tranquilla, nemmeno lo ha cercato il treno, ha scelto il taxi. Preleva i soldi prima e dopo mezzanotte, ce ne vogliono tanti per arrivare a Roma.“Sono abituato a viaggiare di notte, ho la musica che da sempre mi tiene compagnia – spiega Melchiorre – Non avevo sonno. Lei invece a un certo punto si è addormentata”. Seicento chilometri sono tanti, soprattutto se hai cominciato a lavorare alle 17. Alle 4.30 la scritta Roma sulle indicazioni stradali si fa sempre più grande. Ultimo casello autostradale e casa per Michela è a una manciata di chilometri. Destinazione Balduina, e l’aria sa già di famiglia.″È scesa la mamma per pagare la corsa, 1.200 euro, anche se la ragazza aveva pagato quasi tutto – dice il tassista – Ho tirato giù una valigia grande e una piccola e le ho salutate”. Michela e la mamma si sono avviate a casa, sotto braccio. La voglia di normalità in una situazione anomala. Melchiorre rimette in moto la sua macchina. A Roma fa ancora freddo la mattina presto.Però gli uccelli hanno cominciato ad annunciare l’alba. Sul lungotevere non ci sono macchine: “Quanto è bella Roma, mi sono ritrovato a dire a voce alta. I palazzi si riflettevano sul fiume, e intorno c’era aria di normalità. Quella che manca a Milano, dove dovrò tornare”. Ma quella è un’altra storia, i bar stanno aprendo: “Un cornetto e un cappuccino, grazie. Anzi, due cornetti”. Tratto da huffingtonpost.it
In effetti, per molti, anzi per troppi, sembra che stare a casa davanti a Netflix (non diciamo davanti a un libro perché potrebbe sembrare una provocazione) sia un sacrificio insostenibile. La grande fuga per tornare dalla Lombardia al Sud è stata grave; ancora di più, se chi rientra si comporta in maniera scriteriata. Tipo le due donne, nonna e nipote, che sono state denunciate ad Arena, provincia di Vibo Valentia: appena rientrate, erano andate a celebrare la Festa della donna in un locale. Poi ci sono i cattivi esempi.
A San Michele Arcangelo a Ponte San Nicolò (Padova), riferisce “Il Gazzettino” , il parroco don Rino Pittarello continua a celebrare la messa, e dire che anche il Papa predica in streaming. Macché catacombe o clandestinità: «Il mio capo è Dio, non Conte», proclama il prete. Vittorio Sgarbi ha fatto quasi un milione di visualizzazioni con un video nel quale spiega che il virus non esiste, anzi è «il virus del buco del c…». Don Ferrante era altrettanto irresponsabile, ma almeno non così cafone. Quanto alla neosenatrice leghista Valeria Alessandrini, festeggia la vittoria alle suppletive dell’ Umbria facendosi fotografare in mezzo a una ressa di sostenitori, iniziamo bene il mandato.
Capolavoro a “Settimana Ventura” su Raidue, dove a parlare dell’ epidemia hanno chiamato un astrologo. Titolo del contributo scientifico: «Coronavirus: cosa dicono le stelle». Le stelle non si sa, il consigliere d’ amministrazione della Rai Riccardo Laganà, sì: «È tempo che più di qualcuno paghi il conto di tanta cialtroneria», figuriamoci. Sui social monta la campagna #iorestoacasa. Basterà? Il saggio Carlo Maria Cipolla diceva che gli italiani sono furbi ma poco intelligenti. Poi leggi del grande ritrovo di puffi a Ladernau, in Francia, tremila e 500 dementi dipinti di blu che strillavano: «Pufferemo il Coronavirus», e pensi che nessuno ha il monopolio della stupidità.
Articolo di Alberto Mattioli per “la Stampa”