Per anni direttore di Neurochirurgia al Gemelli e ordinario alla Cattolica di Roma, Giulio Maira, 75 anni, è «senior consultant» all’ Humanitas di Milano e autore del libro «Il cervello è più grande del cielo» (Solferino), quasi un romanzo sull’ organo più importante e misterioso.
Professore, lei dubita che l’ Intelligenza Artificiale possa replicare la coscienza?
«Sì, le ricerche in atto possono far pensare che il cervello sia replicabile, ma in realtà le nuove tecnologie raggiungono obiettivi di calcolo importanti e tuttavia specifici. Altra cosa sarebbe riprodurre una mente completa, dotata di coscienza. E’ la sfida di molti scienziati, che si domandano come mai non sia possibile, visto che, in fondo, il nostro cervello è fatto di materia proveniente dal pulviscolo di stelle successivo al Big Bang. Solo che ci sono voluti milioni di anni per diventare ciò che siamo. Certo che, anche senza la coscienza, il fatto che una macchina, nel 2045, possa raggiungere la capacità di calcolo di tutta l’ umanità pone grandi interrogativi etici».
Questa coscienza così irreplicabile che cos’ è?
«Un insieme di consapevolezza, giudizio, senso morale, creatività ed empatia: tutte capacità difficili da trasformare in algoritmi. Le macchine possono simulare queste facoltà, ma la loro creazione autentica resta improbabile. Certo, si rischia di arrivarci vicino e, dunque, l’ importante è che l’ Intelligenza Artificiale sia utilizzata per migliorare la vita umana e non per portare al comando il computer. Non a caso l’ Ue ha posto delle regole sul suo sviluppo».
E l’ intelligenza cos’ è invece?
«Se la coscienza è la mente che riflette su se stessa, l’ intelligenza può essere considerata la mente operativa, il frutto del ragionamento».
Si può dire, dunque, che è più importante essere coscienti che intelligenti?
«Naturalmente, anche perché l’ intelligenza non esisterebbe senza la coscienza. E’ importante pure la creatività, forse la caratteristica più umana assieme alla memoria. Gli animali, infatti, si muovono soprattutto secondo logiche di sopravvivenza, mentre gli uomini decidono in base a una serie più vasta di motivazioni e emozioni».
Nella vita si può diventare più coscienti o intelligenti?
«Fin da bambini la mente è dedicata a imparare dal mondo. Una capacità che si attenua con gli anni, ma non finisce mai. Le reti neurali sono in continua espansione, soprattutto se coltivate leggendo, dialogando, imparando materie e lingue nuove e anche facendo sport. Il cervello lavora pure di notte, quando nel sonno resetta la memoria e seleziona quella a lungo termine».
E la differenza tra mente femminile e maschile? Cosa ha capito in tanti anni?
«Il cervello femminile è un mondo meraviglioso e, a mio parere, più vivace di quello maschile, ma esistono differenze tra i due che non vanno negate. E’ vero che hanno in comune il 99% dei geni, ma quell’ 1% è fondamentale, perché, per esempio, tra il cervello di Einstein e quello della scimmia c’ era solo l’ 1,2% di differenza. Il cervello femminile ha un po’ meno neuroni, ma più connessioni: tendenzialmente, dunque, la razionalità è maggiormente maschile e la creatività più femminile. La donna, invece, ha più neuroni nell’ area del linguaggio e dispone di un ippocampo, l’ area che contiene i ricordi, più grande. Inoltre l’ amigdala femminile, che gestisce emozioni e paure, è collegata più a funzioni verbali, mentre quella maschile all’ attività fisica: questo ha una spiegazione evoluzionistica, perché l’ uomo cacciava e lottava e la donna cresceva e rassicurava la prole».
Uno schema ancestrale può arrivare fino a oggi?
«I nostri geni non si modificano da milioni di anni, al massimo si sono sviluppati altri centri del cervello, ma va chiarito che un meccanismo biologico di base non giustifica, oggi, comportamenti sociali sbagliati. L’ uomo contemporaneo è pienamente in grado di superare con la razionalità e la cultura l’ istinto elementare, che pure esiste nelle reazioni ad ansie e paure. Ecco perché persone con minori strumenti culturali possono essere più esposte a simili stimoli».
Quali sono i misteri ancora da risolvere sul cervello?
«E’ l’ unico organo che non ha solo funzione meccanica, ma parti delicatissime vicine alla coscienza, come il talamo o il tronco dell’ encefalo. A stupire di più è che ogni notte questa coscienza praticamente scompaia e si risvegli al mattino, rigenerata. Come nasca e quale rapporto abbia con la materia del cervello resta un mistero.
Altro punto interrogativo è come sia davvero la realtà fuori di noi: tutto il mondo infatti, come diceva Sherrington nell’ Ottocento, potrebbe essere un telaio incantato, immaginato dalla mente nella sua scatola buia grazie agli impulsi elettrici che le arrivano dai sensi. Infine, l’ Intelligenza Artificiale e l’ utilizzo di chip aprono grandi interrogativi etici».
Di quali si tratta?
«Della prima abbiamo parlato e dei secondi bisogna sapere che ne esistono già di sperimentali per trasferire l’ attività mentale o i ricordi su computer. Usati in modo sbagliato potrebbero eliminare la memoria e condizionare gli individui».
Articolo di Francesco Rigatelli per “la Stampa”